Le nostre proposte per le questioni ancora aperte sul Covid-19 e per le questioni riguardanti le riforme sulle pensioni e sugli ammortizzatori sociali. Indispensabile anche azzerare le morti sui luoghi di lavoro.

Oramai per una maggioranza di lavoratori dipendenti sono concluse le ferie anche se rimangono ancora aperte diverse questioni sull’emergenza sanitaria da Covid-19 le quali vanno risolvete subito:

-         per la quarantena fiduciaria obbligatoria per contatto stretti con positivi oppure di rientro dall’estero non è stata finanziata l’equiparazione alla malattia (che è coperta dall’INPS per un massimo di 180 giorni) e, quindi, la nostra organizzazione sindacale chiede che venga celermente finanziato tale casistica;

-         per le persone fragili che non possono lavorare da casa neppure è stata finanziata la malattia e, pertanto, anche per questa casistica la nostra organizzazione sindacale chiede una veloce risoluzione;

-         la cassa integrazione di 28 settimane è riconosciuta soltanto per i lavoratori dipendenti in forza al 23 marzo 2021 e, pertanto, ingiustamente tutti coloro che sono stati assunti dopo tale data non hanno potuto beneficiarne nonostante, come sappiamo, la ripresa economica si sia evoluta dopo il 23 marzo di quest’anno e nonostante anche in queste ultime settimane diverse aziende stanno subendo nuovamente un drastico calo di fatturato per effetto dell’introduzione del green pass.

Riteniamo che contestualmente alle vicende legate a questa emergenza sanitaria bisogna anche occuparsi in maniera esaustiva e definitiva della riforma sulle pensioni, della riforma sui nuovi ammortizzatori sociali e sulle politiche da attuare per contrastare efficacemente le morti sui luoghi di lavoro.

Riguardo alle pensioni la nostra organizzazione sindacale auspica che entro quest’anno si definisca una volta per tutte una seria riforma che ponga al centro la reintroduzione dell’accesso alla pensione attraverso il doppio canale con 62 anni di età e con 41 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica, che riconosca un supplemento per quelle pensioni derivanti dalla gravosità delle diverse mansioni lavorative e che rilanci la previdenza complementare.

In merito agli ammortizzatori sociali “in costanza di rapporto di lavoro” è chiaro oramai a tutti gli esperti del settore che è necessario l’introduzione di un “unico” ammortizzatore sociale il quale sia agganciato alle misure di politiche attive del lavoro e a quelle inerenti la formazione e in quale sia anche semplificato per andare incontro alle micro imprese e a quelle piccole e ossia a quelle realtà produttive che hanno meno di 6 dipendenti.

Per concludere la FID auspica che la Politica si faccia carico sul serio della “mattanza” rappresentata dai morti nei luoghi di lavoro il cui ultimo si è verificato il 10 agosto.