Un tavolo permanente del Governo con le forze sindacali per superare la crisi energetica ed economica
Sarà un inverno difficilissimo: quanto finora è accaduto è soltanto un amaro antipasto ed, infatti, la situazione economica del nostro Paese toccherà il fondo nel prossimo trimestre ottobre-novembre-dicembre.
La priorità di oggi è combattere l’inflazione in quanto l’indice dei prezzi al consumo ha raggiunto la quota del 10,3%, un incremento mai visto dal 1988.
E’ pertanto necessario azzerare l’IVA su tutti i beni di prima necessità e sull’energia e contestualmente fissare un tetto al prezzo del gas, ma allo stesso tempo è urgente affrontare i vecchi problemi che tanto attanagliano i lavoratori dipendenti e l’economia dell’Italia in generale attuando, in primis, un forte taglio del cuneo fiscale al fine di “appesantire” le busta paga per poi risolvere, una volta per tutte, la questione delle pensioni e della Legge Fornero per favorire la flessibilità in uscita da parte di tantissimi pensionati.
Pertanto, non è necessario introdurre il salario minimo, che non farà altro che introdurre nuove storture al sistema, bensì è opportuno estendere i contratti collettivi nazionali - attivando un adeguato e costante meccanismo di controlli da parte degli Enti Pubblici preposti - per contrastare i lavori precari e quelli sommersi e quindi per garantire dignità a tutti i lavoratori dipendenti.
E’ quanto mai urgente che la politica tutta adotti un condiviso piano industriale strategico a lungo respiro anche per far diminuire l’indice relativo alla disoccupazione giovanile che si attesta al 23,1% del mese di giugno scorso ed, infine, è indispensabile convertire il “reddito di cittadinanza” in una vera misura di politica attiva - da destinare soltanto a chi ne ha davvero bisogno e soltanto previo controlli sulla reale condizione economica - che sia incentrata sui percorsi formativi onde permettere a chi è senza lavoro di potersi attrezzare al meglio nella ricerca di un nuovo posto di lavoro.
Ancora, non bisogna tralasciare la tematica delle morti sui luoghi di lavoro ed, infatti, noi della F.I.D. ribadiamo che è necessario che ci siano controlli adeguati e tendenti al quotidiano, almeno per i settori di lavoro identificati nel gruppo di rischio alto, per prevenire ulteriori tragedie.
Purtroppo, le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’INAIL tra gennaio e giugno 2022 hanno raggiunto i 382.288 casi che hanno prodotto un aumento pari al 43,4% rispetto allo stesso periodo del 2021, mentre, le morti denunciate sono state 463.